Formazione delle Religiose

Vogliamo formare i membri dell’Istituto in una grande maturità umana e cristiana affinchè arrivino alla misura che conviene alla piena maturità di Cristo (Ef 4,13).

 

Devono manifestare con le opere che hanno Dio nel cuore, perché ogni albero si riconosce dal suo frutto (Lc 6,44), e la fede se non ha le opere è morta (Gc 2,17).

 

La formazione che ricevono le religiose, riguarda 4 ambiti: la formazione umana, spirituale, intellettuale e apostolica-pastorale.

La formazione umana è il fondamento di tutta la formazione religiosa.

Le religiose devono essere capaci di conoscere in profondità l’anima umana, intuire le difficoltà e i problemi, facilitare l’incontro e il dialogo, ottenere fiducia e collaborazione, esprimere giudizi sereni e obiettivi. Pertanto si richiede la formazione di personalità equilibrate, solide e libere.

È necessaria l’educazione ad amare la verità, la lealtà, il rispetto per la persona, il senso di giustizia, la fedeltà alla parola data, la vera compassione, la coerenza e in particolare, l’equilibrio di giudizio e comportamento.

Oltre all'educazione dell’intelligenza, è necessario formare adeguatamente la volontà, mediante la pratica di tutte le virtù e il dominio delle passioni, in modo tale che sempre e in ogni cosa, si cerchi e si scelga solo il bene più alto.

Vogliamo formare persone autenticamente libere, padrone di se stesse, che al possedersi, possano darsi totalmente.

 

 Nella formazione spirituale, si vuole insegnare alle religiose ad imparare a vivere una relazione familiare e assidua con il Padre, attraverso suo Figlio Gesù Cristo nello Spirito Santo. Questa forma di “amicizia”, ha le caratteristiche di una vera ricerca: la religiosa deve avere una sete insaziabile di Dio. In questa ricerca, ci sono tre vie da intraprendere: la meditazione della Parola di Dio, la partecipazione ai Sacri Misteri e la carità fraterna, specialmente con i più bisognosi.

Gesù Cristo, Figlio di Dio e la Santissima Vergine Maria, devono essere il centro di tutta la vita spirituale.

Vogliamo che le religiose siano docili alla grande disciplina della Chiesa, espressa nel Codice di Diritto Canonico, in tutte le altre norme e leggi ecclesiali e docili alla disciplina particolare del nostro Istituto, ricordando l’insegnamento; «apprehendite disciplinam»: amate la disciplina, non sia che si adiri il Signore (Salmo 2,12)[1].

 

Si inculcherà inoltre, il vivere il carisma proprio dell’Istituto.

 

La formazione intellettuale della religiosa si imposta come qualcosa di urgente di fronte alla nuova evangelizzazione e alle moderne impostazioni.

Grande importanza nella formazione intellettuale, ha lo studio della filosofia, che porta ad una conoscenza e ad un’interpretazione più profonda della persona, della sua libertà, delle sue relazioni con il mondo e con Dio. Questo studio è urgente, non solo in vista agli studi teologici posteriori, ma anche di fronte a una situazione culturale del tutto particolare, che esalta il soggettivismo come criterio e misura della verità. È necessaria una «certezza della verità», data solo per una sana filosofia, fondata nella realtà oggettiva delle cose, giacché “l’intelligenza…può arrivare a ciò che è”[2] sempre stato proposto dalla Chiesa come maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia”[3]

Anche nella formazione apostolica-pastorale il fine è solo Cristo, Cristo sempre, Cristo in tutto, Cristo in tutti e Cristo Tutto. Fino a che la religiosa possa dire siate imitatori miei come io lo sono di Cristo (1 Cor 11,1), e già non sono io che vivo ma Cristo vive in me (Gal 2,20).

 

Aspiriamo a formare per la Chiesa Cattolica, religiose secondo il Cuore di Cristo: che dissetino il loro spirito nella Parola di Dio, servizievoli con il prossimo, solidali con ogni bisognoso, promotrici del laicato, con grande capacità di dialogo, senza crisi di identità, desiderose della formazione permanente, abbandonate alla Provvidenza, amanti della liturgia cattolica, con spirito eloquente, di inesauribile fecondità apostolica e vocazionale, con impeto missionario ed ecumenico, aperte ad ogni particella di verità ovunque si trovino, con amore preferenziale ai poveri senza esclusivismi e senza esclusioni, che vivano in cristallina e contagiosa allegria, in un’imperturbabile pace anche nelle lotte più ardue, in assoluta e stretta comunione ecclesiale, instancabilmente evangelizzatrici e catechiste, amanti della Croce. Infine, donne con buon senso, con questo senso comune cristiano che non è altro che la santa familiarità con il Verbo fatto carne.


[1] Nella versione della Vulgata

[2] PAOLO VI, Credo del Popolo di Dio, 5.

[3] GIOVANNI PAOLO II, Fides et Ratio, n.43.