Il nostro abito

Le religiose del nostro Istituto vestono il santo abito che è segno della loro consacrazione e testimonianza della loro povertà.
L’uso dell’abito implica da una parte la deposizione dei vestiti secolari, e questo abbandono esprime concretamente il nostro non essere del mondo, la nostra separazione da tutto ciò che non è Dio, e dall’altra e più importante, ha l’aspetto di vestizione.

Perciò l’imposizione del santo abito:

- parla di una consacrazione, nel senso religioso del termine, cioè di una donazione a Dio;

- significa il cambio di vita e di mentalità, la donazione totale a Dio, l’adesione cordiale, effettiva e irrevocabile alla tradizione religiosa cattolica;

- significa la rinuncia al mondo e ai beni materiali;

- implica che uno vuole tendere alla perfezione della vita cristiana, che si nega a se stesso, che carica la propria croce e muore con Cristo una morte mistica.

 

Il nostro abito è composto da una tunica, uno scapolare, una cuffia e un velo.

 

La tunica, è il vestito esteriore amplio e lungo di colore grigio; lo scapolare è una stoffa che ha un’apertura dove si mette la testa e che cade davanti e dietro le spalle ed è di colore azzurro; la cuffia è bianca e si usa per coprire il capo; il velo è un manto benedetto che copre il capo e la parte superiore del corpo delle religiose, è bianco per le novizie e azzurro per le professe.

 

I colori del nostro abito hanno un significato particolare: l’azzurro corrisponde al cielo senza nuvole e il grigio alla terra e significano il Verbo (azzurro) e l’umanità (grigio). Cosicché lo scapolare azzurro che rappresenta il Verbo divino, all'essere imposto sull'abito grigio che simbolizza l’umanità, parla con massima eloquenza dell'augusto mistero dell’Incarnazione, per il quale il Verbo si unì alla nostra natura e si rivestì della nostra carne.

 

Le nostre sorelle di rito bizantino indossano lo stesso abito religioso ma di colore nero perché così è solito farsi nel rito.