Genitori e Vocazione

 

Si deve evitare di chiedere consigli ai parenti. A questo si riferisce San Girolamo quando enumera gli impedimenti che mettono di solito: “adesso – dice – tua sorella vedova, ti abbraccia con tenerezza; i tuoi domestici, con i quali sei cresciuto, ti dicono: A chi serviremo se tu ci lasci?, tuo padre adottivo, il quale occupa un secondo posto nel tuo cuore dopo il tuo padre naturale, ti supplicano: aspetta che noi moriamo e tu ci seppellisca; l’astuto avversario, come si vede espulso dal cuore dei buoni, va alla ricerca di quelli che questi amano e gli dirige per mezzo di essi parole allettanti, facendo loro credere che sono amati pi che qualunque altro; affinché così mentre la forza dell’amore perfora il cuore, egli possa introdurre facilmente la spada della sua persuasione fino ai fondamenti più intimi della rettitudine”.

Alcuni genitori dicono ai loro figli: “lì fallirai”, “ti pentirai, non avrai successo”...

 

Avvertimenti che non farebbero se si trattasse di contrarre matrimonio, quando in quello stato sarebbero esposti molto di più alle tentazioni dei nemici dell’anima. Non sembra ragionevole pensare ad un fallimento in un ambiente dove si cerca sopra tutte le cose la volontà di Dio, e dove ci sono a portata di mano tutti i mezzi più efficaci per crescere nella vita spirituale; invece si dovrebbe avere più paura di colui che in mezzo alle oscillazioni di questo mondo attuale deve andare avanti con un piano effettivo di santità e dovrà esigere da se stesso di più per non avere un cuore indiviso nell'amore di Dio.

Abramo e Isacco
Abramo e Isacco

 

 

Altri dicono: “È figlia unica”, “Dio non può portarsela via”...

Anche Isacco era l’unico figlio del patriarca Abramo, e questi non dubitò nel sacrificarlo quando Dio gli manifestò la sua volontà. Anche Cristo era figlio unico. Quest’espressione non ha nessun valore. Nella storia della Chiesa, sono numerosi i genitori che hanno dovuto offrire i propri figli unici perché diventassero i grandi santi che con le loro vite hanno illuminato il mondo.

 

 

 Il rispetto umano del pensare “cosa diranno” gli altri parenti allontana alcuni dalla propria vocazione...

 

Come se fosse necessario preoccuparsi prima del parere degli altri membri della famiglia che del parere di Dio. Poco importa l’opinione degli uomini quando è chiaro il parere di Dio. Sarebbe una perdita incalcolabile disprezzare i beni della vita religiosa per lasciarsi guidare da “quello che diranno”, specialmente quando quel vociferare procede, come succede in genere, da parenti ai quali poco importa della religione e della vita eterna.

“Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi” (At 4,19)

 

Mia madre non vuole che io mi faccia suora, come posso fare per seguire la mia vocazione e non darle dispiacere?

“Mia madre si oppone”, si lamentano alcuni giovani che sentono nel loro cuore di essere tra due fuochi, quello che vuole Dio e quello che desiderano i genitori. Questi tali devono capire che i familiari carnali in genere si lasciano guidare dai loro sentimenti e perciò cercano di ostacolare con tutti i mezzi l’allontanamento dei propri figli.

Bisogna ricordare le parole del Signore: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me” (Mt 10,37).

Quanti sono quelli che potrebbero diventare buoni e santi religiosi ma che si perdono perché non sanno vincere questa tentazione! Sant'Alfonso Maria de Liguori disse che la maggior tentazione che ha avuto nella sua vita è stata quando nel salutare suo padre, questi l’abbracciò per tre ore consecutive; la cristianità sempre ringrazierà l’integrità che ha avuto in quel momento colui che dopo sarebbe stato un saggio Dottore della Chiesa.